La spalla è l’articolazione più mobile del corpo umano ed è la seconda causa di dolore muscolo-scheletrico dopo la lombalgia.
Un’eccesso di mobilità o una problematica di rigidità può dare origine ad un fenomeno doloroso molto frequente che colpisce numerose categorie di pazienti di ogni fascia d’età e con maggiore prevalenza nelle donne.
Il dolore può essere acuto o cronico, spesso si risveglia durante determinati movimenti del braccio, durante il riposo notturno, talvolta si irradia lungo il braccio sino al gomito e verso la mano determinando una progressiva riduzione della mobilità articolare che può sfociare in una condizione di rigidità detta “spalla congelata”.
Uno dei primi sintomi può essere la difficoltà a portare il braccio sopra o dietro la testa per cui diventano difficili attività quotidiane quali indossare una giacca, allacciare il reggiseno e anche pettinarsi i capelli.
Anatomia: un equilibrio di forze
La spalla è costituita da più articolazioni vicine tra loro che coinvolgono omero, scapola e clavicola. Possiamo definirla l’articolazione più complessa del corpo umano che deve la sua funzionalità ad un delicato equilibrio tra capsula, legamenti e i muscoli che la stabilizzano attraverso le inserzioni tendinee.
I principali muscoli deputati ad avvolgere la testa dell’omero e che, durante il movimento, garantiscono la sua stabilità nella cavità glenoidea della scapola sono il sovraspinato, il sottospinato, il piccolo rotondo e il sottoscapolare che insieme formano il complesso della cuffia dei rotatori.
Quali sono le possibili cause del dolore?
- Il dolore può essere associato a tendiniti della cuffia dei rotatori o del capo lungo del bicipite
- Lesioni tendinee degenerative dovute a sovraccarichi o posture errate prolungate nel tempo, lesioni traumatiche dei tendini, borsiti (infiammazioni della borsa sotto-deltoideaL
- Patologie degenerative ossee (artrosi)
- Rigidità post-traumatiche
- Capsuliti adesive (processi infiammatori con conseguente ispessimento, retrazione e fibrosi della capsula articolare geno-omerale)
- Esiti di interventi chirurgici
Possibili trattamenti
In seguito alla valutazione del medico fisiatra e all’accertamento delle cause che determinano il dolore si procede con il trattamento fisioterapico che viene adattato in base alle caratteristiche del dolore del paziente e che è mirato alla riduzione dei processi infiammatori e al progressivo recupero della mobilità, della forza muscolare, della coordinazione, della propriocezione e del controllo posturale.
Il trattamento fisioterapico si basa sull’esercizio terapeutico cioè l’insieme di movimenti, posture, accorgimenti che permettono di ridurre e contenere i sintomi e di ripristinare la funzione dell’arto superiore.
Terapie strumentali
Nelle fasi iniziali è opportuno associare alla fisioterapia terapie strumentali che agiscono sul controllo del dolore, la riduzione dell’infiammazione e dell’eventuale presenza di edemi e versamenti articolari.
La LASER TERAPIA ad alta potenza del tessuto profondo è un’innovativa metodica terapeutica che riduce rapidamente il dolore e l’infiammazione, determina la vasodilatazione, incrementando l’apporto di ossigeno e attivando così le principali attività metaboliche. La maggior potenza permette di trattare più in profondità e più velocemente i tessuti interessati.
La LIMFA TERAPY sfrutta sequenze di campi magneto-elettrici a bassa intensità e frequenza con proprietà antalgiche, antinfiammatorie, antiedemigene e stimola la rigenerazione cellulare dei tessuti lesi.
Accorgimenti più specifici vanno attuati in caso di interventi chirurgici ad esempio quelli che interessano la cuffia dei rotatori.
Il fisioterapista rispetta un programma riabilitativo, in accordo con le indicazioni del chirurgo ortopedico, volto a ripristinare prima l’articolarità poi progressivamente la forza muscolare rispettando i tempi biologici di riparazione e di guarigione del tessuto.
Articolo a cura di:
Corinna Giola, fisioterapista
You Can:
- Scegli calzature comode con un buon supporto dell'arco plantare e sempre della taglia giusta, per permettere ai piedi di muoversi correttamente
- Coinvolgi il tuo bambino in semplici esercizi di stretching che coinvolgono il movimento dei piedi, come camminare sulle punte, raccogliere oggetti con le dita dei piedi o fare esercizi di rotazione della caviglia. Possono contribuire sensibilmente a rafforzare i muscoli del piede e migliorare la sua struttura
- Incentiva il tuo bambino a essere attivo e a praticare sport che favoriscano lo sviluppo muscolare e la mobilità articolare, come il nuoto, il calcio o la ginnastica.
- Non trascurare di far controllare i piedi del tuo bambino da un ortopedico specializzato. Possono valutare la situazione e consigliare esercizi mirati per il tuo caso o altri interventi, come l'utilizzo di solette ortopediche
Fisioterapista e chiropratico certificato. E’ parte dello staff del Centro di Fisiochinesiterapia Yoshitaka da 5 anni.